28 marzo 2009

Le bufale del Corriere sul Tibet


Riguardo quest' articolo pubblicato oggi sul sito del Corriere della Sera segnalo una serie di strafalcioni, probabilmente voluti.
In primo luogo l'uso veramente scorretto del virgolettato (dovrebbe essere virgolettata la parola "occupazione" visto che non si tratta di nessuna occupazione mentre viene virgolettata "emancipazione dei servi", un fatto storico , incontestabile.)
Ma questo è niente. Si sostiene che grande assente sarebbe la stampa straniera non ammessa in Tibet. Domando a quelli del corriere (di proposito in minuscolo) chi sono allora i signori che compaiono in queste foto(per la cronaca qui invece si possono vedere alcuni turisti stranieri, sono tutte foto di oggi). Sul Panchen Lama poi... l'unico Panchen Lama regolarmente nominato è proprio quello che i corrieristi, spalleggiando gli "esuli"(sic) tibetani definiscono "fantoccio", in pieno disprezzo della storia e delle usanze del Tibet, le stesse che , dicono loro, gli "esuli"(arisic) vorrebbero proteggere, sparlando poi di un presunto rapimento ad opera dell'altro candidato Panchen Lama, che invece vive protetto dal governo cinese, al sicuro da ogni tentativo di rapimento da parte dei più estremisti adepti del Dalai Lama. Dalai Lama, che certamente sarebbe stato presente oggi se a suo tempo avesse sposato la causa della democrazia e della pacifica convivenza dei popoli, invece che scegliere la via della violenza , della guerra, sposando la causa dell'imperialismo statunitense accettandone il supporto economico, mediatico e militare. Ma per il centenario, ne siamo certi, un Dalai Lama, molto più saggio e degno di quello attuale, sarà presente a Lhasa a festeggiare un secolo di libertà per TUTTI i tibetani.
L'unica cosa buona di quest'articolo, ma tenuta quasi nascosta tra le righe, il fatto che , a dispetto di quanto molti pensano, il Tibet è governato da un tibetano, Champa Phuntsok, presidente della Regione Autonoma del Tibet. Il Tibet è già libero e già autonomo.

RETTIFICA

Quando sbagliamo non abbiamo problemi a rettificare. Le foto dei giornalisti sono relative a una mostra fatta a Pechino, come indicato anche nelle didascalie. Purtroppo gestendo tutte quelle foto non ce ne siamo accorti. Chiediamo venia...

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