02 aprile 2009

Geopolitica del G-20, ovvero la crisi di consenso della sinistra( che non c'è).


Sono anni che sentiamo parlare di crisi della sinistra nel mondo. Cogliamo l'occasione del G-20 per fare un "gioco" che poi tanto gioco non è. Vedere nel mondo quante persone sono governate dalla sinistra. Prendiamo in considerazione solo i paesi del G-20 che rappresentano i 2/3 della popolazione mondiale (6.700.000.000 circa di anime, almeno) quindi 4466 milioni di persone approssimatamente (molto approssimatamente), facciamo 4500. Bene di queste 4500 milioni di persone ben 3551 milioni (sempre molto circa) sono governate da coalizioni o partiti di sinistra. Solo la comunista Cina (il cui governo è presieduto da un uomo certamente di sinistra come Wen, mettendo qualsiasi eventuali obiezioni circa il Partito Comunista Cinese il cui consenso è, comunque indiscusso) e la social-comunista India mettono insieme più di 2600 milioni di persone. In Cina si calcola che gli abitanti effettivi siano ormai 1500 milioni (circa 200 milioni non sono stati registrati per aggirare le limitazioni relative alla normativa del figlio unico), In India, in cui si sta votando proprio in questo momento, ma che rimane sempre, per costituzione una repubblica socialista e al cui governo c'è una coalizione di circa 50 partiti(alla faccia del falso problema della c.d. governabilità) tra socialisti e comunisti i dati ufficiali dicono 1147 milioni. Da sole quindi India e Cina rappresentano più della metà (2647 su 4500) della popolazione dei paesi del G20. A questi vanno uniti paesi come l'Indonesia (240 milioni), il Brasile (192 milioni), l'Argentina (40), Sudafrica (48) oltre a paesi più "moderati" come Regno Unito (60), Usa (303), Australia (21) per un totale di 3551 milioni di persone sui 4500 milioni di "cittadini del G20".
E' allora la sinistra responsabile della crisi? Molti paesi sono governati da partiti di sinistra da pochi anni e spesso hanno poco potere nelle istituzioni internazionali (pensiamo a Brasile e Argentina). A voler essere onesti certa sinistra come quella Blairiana o Clintoniana (quella strada , senza via d'uscita vanamente inseguita e percorsa da Veltroni) di questa situazione è certamente complice, ma altrettanto vero che è innegabile l'ottimo lavoro che si sta facendo e si è fatto negli altri paesi. Se guardiamo infatti proprio i paesi che stanno crescendo di più (oltre a Cina e India anche Brasile, Argentina, Indonesia, etc...) sono quelli governati dalla sinistra, mentre la paura dei cambiamenti inchioda l'Europa (ma anche il disastrato Giappone e la stessa Corea del Sud) a governi conservatori se non addirittura fascistoidi (Italia, Russia) che sono la causa ma anche l'effetto della crisi e delle paure che essa comporta (vedasi per esempio la xenofobia e il rifiuto, da destra, della globalizzazione).
E' anche naturale che sia così. L'unica salvezza per la vecchia Europa è smettere i panni del protezionismo e del difensivismo e passare al "contrattacco" puntando sulla ricerca, sull'istruzione, sui giovani, sull'immigrazione ma anche su uno stato più forte e deciso, più protagonista attivo dell'economia, unico imprenditore che può investire in perdita per molto tempo, capace di reggere qualsiasi economia di scala, di garantire i risparmi e i crediti.
Ripartire dallo stato. Più stato e meno mercato. La via maestra che la sinistra mondiale, tutt'altro che in crisi, anzi quanto mai in salute, ha già tracciato.

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