Leggo
questo articolo sul sito del CorriereCome prendere due piccioni con una fava: farsi buona pubblicità per questa iniziativa pseudoumanitaria (ma percHè non ci mette soldi suoi invece di incidere sti dischi autopromozionali?) e avere un pretesto per dare addosso allo scambio libero di musica: complimenti vivissimi, difficile essere tanto cinici e opportunisti. Ma d'altronde stiamo parlando di una che spaccia come musica Bocelli, Elisa, i Gazosa e i Negrammare tra i più noti...
Che taccia, per carità!
2 commenti:
Terremoto Abruzzo/ Repubblica rivela: le case erano costruite con la sabbia del mare
Un articolo di Carlo Bonini su Repubblica mette lì, in mezzo alle gambe dei dolenti di Stato, l’amara verità che è tra le origini del disastro del terremoto in Abruzzo. Il modo in cui hanno costruito gli edifici moderni, quelli pubblici: con la sabbia del mare.
Infatti non tutte le costruzioni abruzzesi moderne sono crollate, anzi sono lì, davanti a tutti, come ulteriore monumento alla vergogna nazionale. Le strutture costruite in modo adeguato, con la giusta dose di cemento armato, sono ancora lì e continuano a operare e produrre.
È giusto quel che dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quando parla di responsabilità diffuse: dei costruttori per primi, che hanno imbrogliato, dei politici che su quelle costruzioni avranno preso la giusta percentuale, su tutti gli intermediari che hanno avuto la loro parte, su tutti noi che abbiamo applaudito le gare al risparmio, che hanno avuto l’effetto di comprimere non i margini di profitto delle imprese e di mazzette degli aventi causa, ma il valore intrinseco delle costruzioni stesse, dei giornali che hanno a-criticamente applaudito a tutto, salvo poi piangere, deprecare, accusare tutto e tutti.
Non diamo soldi allo stato che ha costruito con sabbia di mare.Deve pagare lo stato italiano quello opere non noi con una canzone.
Terremoto Abruzzo/ Repubblica rivela: le case erano costruite con la sabbia del mare
Un articolo di Carlo Bonini su Repubblica mette lì, in mezzo alle gambe dei dolenti di Stato, l’amara verità che è tra le origini del disastro del terremoto in Abruzzo. Il modo in cui hanno costruito gli edifici moderni, quelli pubblici: con la sabbia del mare.
Infatti non tutte le costruzioni abruzzesi moderne sono crollate, anzi sono lì, davanti a tutti, come ulteriore monumento alla vergogna nazionale. Le strutture costruite in modo adeguato, con la giusta dose di cemento armato, sono ancora lì e continuano a operare e produrre.
È giusto quel che dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, quando parla di responsabilità diffuse: dei costruttori per primi, che hanno imbrogliato, dei politici che su quelle costruzioni avranno preso la giusta percentuale, su tutti gli intermediari che hanno avuto la loro parte, su tutti noi che abbiamo applaudito le gare al risparmio, che hanno avuto l’effetto di comprimere non i margini di profitto delle imprese e di mazzette degli aventi causa, ma il valore intrinseco delle costruzioni stesse, dei giornali che hanno a-criticamente applaudito a tutto, salvo poi piangere, deprecare, accusare tutto e tutti.
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