11 gennaio 2010

Morto Bob Noorda, leggenda del design italiano




Non occorre cercare per forza la novità, la sorpresa a tutti i costi, l’originalità, l’effetto. Occorre invece trovare l’idea forte che sta dietro a un fatto, a un evento, a una marca, quello che la rende unica e riconoscibile.
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Più un marchio vive, si mantiene, come dire, fresco, attuale con il passare degli anni, più l’idea che lo ha sostenuto e contribuito a definirlo è ancora valida, più sento di aver lavorato bene…

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Bob Noorda è uno dei maggiori designer viventi. È nato nel 1927 ad Amsterdam dove si è formato e ha ricevuto un’educazione razionalista presso l’Istituto Ivkno. Alla fine degli anni ’50 decise di trasferirsi a Milano per via del clima di grande fermento ed evoluzione culturale e industriale che caratterizzava la città. L’incontro con persone del calibro di Pirelli, Olivetti, Feltrinelli è stato fondamentale nella costruzione della sua carriera.
L’opera di Noorda si distingue per la straordinaria comunicazione visiva, per la chiarezza formale e l’essenzialità espressiva, per i programmi di valorizzazione dell’immagine aziendale (corporate identity), per la cura dell’imballaggio e del design del prodotto e per il design di interni ed esposizioni.
I principali lavori che lo hanno reso famoso sono la segnaletica delle metropolitane di Milano, di New York (in esposizione nel settore design del Museum of Modern Art) e di San Paolo del Brasile (“settimane intere sotto terra a studiare, i colleghi mi chiamavano la talpa”), il design degli esterni e interni dei supermercati e ipermercati Coop in Italia, degli interni degli uffici della Regione Lombardia, il famoso Pirellone, i loghi della Mondadori e della Feltrinelli, i marchi di identità aziendali come Agip, Enel e Touring Club Italiano, l’icona del self-service del distributore di benzina, progettata per l’Agip e adottata in seguito da altre compagnie. Nel 1964 Noorda si è aggiudicato il Compasso d’Oro, il premio più prestigioso nell’ambito del design industriale nazionale, per la segnaletica della metropolitana milanese, nel 1979 per l’immagine coordinata di Agip Petroli e per il simbolo e l’immagine della Regione Lombardia; a Rimini ha ricevuto la medaglia d’oro per la sua attività nel campo del design.
Noorda è stato docente all’Umanitaria di Milano e all’Isia di Urbino, ha insegnato Comunicazione visiva alla facoltà del Design del Politecnico di Milano e proprio al Politecnico gli è stata conferita, nel 2005, la laurea ad honorem in Disegno industriale.
Noorda è stato uno dei primi a capire che un’azienda ha bisogno di un’identità forte che vada al di là del semplice marchio e che coinvolga l’architettura degli interni e il packaging dei prodotti: “Un buon progetto di design non deve essere influenzato dalle mode del momento, ma deve poter durare il più possibile”. Il lavoro creativo è per Noorda un processo lento e di precisione, che richiede pazienza ed estrema concentrazione e che difficilmente nasce da ispirazioni improvvise: “Non si può raccontare come vengono le idee. Posso solo dire che è un processo lento, solitario, di creazione e decantazione per trovare la sintesi assoluta. Questo è il difficile. Questo cerco di insegnare ai miei allievi che sono impetuosi, buttano giù subito un’idea e pensano di aver trovato la soluzione”. Noorda sostiene che per creare un marchio che conservi nel tempo la stessa forza simbolica è fondamentale studiare a fondo l’identità dell’azienda in questione: “Quando disegno un marchio lo faccio avendo presente l’aspetto culturale, non solo quello commerciale, di un’azienda. E cerco di pensare ad un’immagine che possa durare nel tempo, senza apparire da subito superata, vecchia”.
bob noorda è obliquo
Il progetto della segnaletica della metropolitana di Milano, realizzato agli inizi degli anni Sessanta in collaborazione con l’architetto Franco Albini, lo ha reso celebre in tutto il modo. Noorda voleva creare una simbiosi tra l’arredamento delle stazioni e le indicazioni che servivano da orientamento per i viaggiatori, dando così vita alle famose fasce colorate identificative delle diverse linee, rosso per la linea uno e verde per la linea successiva. È stata questa l’idea rivoluzionaria di Noorda, sostituire i cartelli indicanti i nomi delle stazioni con una fascia colorata lungo tutta la stazione, ripresa poi in tutto il mondo per la chiarezza visiva e la coerenza grafica. Si trattava di una fascia rosso-arancio alta venticinque metri in cui il nome della stazione, in bianco, si ripeteva ogni cinque metri, accorgimento efficace in quanto consentiva ai passeggeri di capire dove si trovavano anche con il treno in movimento e che serviva da guida verso i treni e verso l’uscita. Inoltre, per evitare che il riflesso delle luci del treno ostacolasse la chiarezza delle parole Noorda decise che la fascia dovesse essere opaca. Per l’occasione venne studiato un carattere nuovo partendo dall’Helvetica: Noorda ridisegnò a mano tutte le lettere, attenuò le curvature, accorciò tutte i tratti ascendenti e discendenti per rendere l’occhio del carattere più grande, studiò la spaziatura tra le lettere e, considerando che una scritta in negativo, nel suo caso bianca su fondo rosso, tendeva otticamente ad allargarsi, ridisegnò il carattere con uno spessore tra il bold e l’extrabold.
Diversi anni dopo, però, la prima linea della metropolitana milanese fu sottoposta a lavoro di manutenzione e adeguamento che hanno alterato i delicati equilibri grafici e percettivi studiati da Noorda: il colore è stato modificato e i cartelli riproposti con una vernice lucida a discapito della leggibilità. Tutto questo è stato fatto senza interpellare Noorda che, rammaricato, ha affermato: “Tutti i lavori pubblici in Italia sono malmessi, il livello è bassissimo, non c’è interesse, manca il gusto estetico. In Olanda, per fare un esempio che conosco bene, c’è molta attenzione per l’immagine”.
bob norrda è obliquo
L’esigenza di rinnovare il marchio dell’Eni è nata nel momento in cui la società ha smesso di essere l’Ente nazionale idrocarburi ed è diventata una società per azioni. Il compito di sviluppare una nuova “corporate image” del Gruppo Eni è stato affidato a Noorda che ha presentato un progetto grafico caratterizzato al tempo stesso dall’essenzialità degli elementi e da una notevole forza e suggestione: il caratteristico cane a sei zampe è stato unito al logo Eni occupando uno spazio quadrato attraversato centralmente da una riga rossa orizzontale. Di conseguenza anche il cane ha subito un intervento di restyling e la sua lunghezza è stata accorciata per adattarla a quella del logotipo Eni.
Noorda ha progettato, insieme a Massimo Vignelli, anche l’immagine di alcune collane della casa editrice Feltrinelli, tra cui la collana di saggistica SC/10 (Serie cultura). Su uno sfondo bianco comparivano i nomi dell’autore, del titolo e dell’editore inseriti all’interno di una F composta da tre bande diagonali che si sviluppava dalla prima alla quarta di copertina. Lo stile adottato da Noorda e Vignelli è fondato su tre concetti basilari: griglia polivalente, caratteri bastone e impaginazione asimmetrica. La loro era una forma di comunicazione e di espressione chiara ed efficace che si è avvalsa di una grafica semplificata e rigorosa (con l’eliminazione anche dell’immagine in copertina).
il logo feltrinelli
Il simbolo della Regione Lombardia è stato elaborato e progettato da Noorda insieme a Roberto Sambonet e Pino Tovaglia ed è una stilizzazione della “rosa camuna”, una delle incisioni rupestri presenti in Val Canonica. Noorda ha dichiarato: “Del logo della regione Lombardia, ricordo che Munari mi disse ‘è un logo giusto: ha forza, si memorizza bene, anche un bambino riuscirebbe a ricordarlo’”.

bob noorda

2 commenti:

Anonimo ha detto...

"Google: "Basta censura" Ma Pechino non ci sta

Il motore di ricerca non filtrerà più le informazioni sul suo sito cinese. Ricompaiono le immagini di Tien an men e del Dalai Lama. Si muove Hillary Clinton

Washington - E' guerra dei nervi tra il più grande motore di ricerca su internet al mondo e la Cina. Dopo aver denunciato attacchi informatici provenienti dal territorio cinese Google minaccia di cessare le attività nella Repubblica popolare. "Queste accuse - ha detto il segretario di Stato Usa Hillary Clinton - sollevano domande e gravi preoccupazioni. Attendiamo una spiegazione dal governo cinese. La capacità di poter operare con fiducia nello spazio virtuale è fondamentale in una società e un'economia moderne".

Google: basta filtri Il colosso delle ricerche web ha deciso che non filtrerà più le informazioni sul suo sito cinese, riconoscendo, al contempo, che ciò potrebbe significare di fatto la chiusura delle sue attività in Cina. Il gruppo americano sostiene di essere stato l'oggetto di ripetuti attacchi di pirateria, provenienti dalla Cina e aventi come oggetto militanti cinesi per i diritti umani oltre ad alcune grandi società. Secondo l'edizione online del New York Times le caselle postali di attivisti all'opposizione sarebbero state violate da pirati informatici cinesi. "Uno degli obiettivi primari degli hackers era di accedere agli account Gmail degli attivisti di difesa dei diritti umani cinesi", scrive il gruppo di Mountain View, senza attaccare direttamente il governo di Pechino, ma precisando che "non abbiamo l'intenzione di continuare a censurare i nostri risultati" sul motore di ricerca cinese. La compagnia americana riconosce che la decisione presa potrebbe forzarla a chiudere il sito cinese e i suoi uffici nel paese.

I possibili scenari Come andrà a finire il braccio di ferro tra la Cina e Google? Il colosso di Mountain View potrebbe decidere di non mollare la presa abbandonando il mercato cinese per l'inevitabile ritorsione del regime. Ma potrebbe anche fare marcia indietro, accettando qualche misura punitiva blanda, anche se a livello d'immagine il dietrofront non sarebbe il massimo. Un'altra ipotesi è che Google riesca ad ottenere un cambio di rotta da Pechino, una parziale liberalizzazione della rete: ma è difficilmente realizzabile. L'ultima opzione, forse la più probabile, è che Google abbandoni il mercato cinese. Il vuoto che si verrebbe a creare sarebbe riempito da altri gruppi che operano nel settore.

Ricompaiono le immagini proibite Nella versione senza censure di Google sono ricomparse, all'improvviso, le immagini del ragazzo che nel 1989 fermò i carri armati in piazza Tien an men e quelle del leader spirituale tibetano, il Dalai Lama.

Il motore di ricerca Baidu Lo scontro tra Google e Pechino avvantaggia la rivale cinese Baidu Inc, che nel preborsa Usa balza del 15,3%. Il motore di ricerca cinese ha una quota di oltre 60% nel mercato locale, contro poco più del 30% di Google. La Cina oggi pesa ancora poco sul giro d’affari del gruppo di Page e Brin ma, visti i numeri (i cinesi sono 1,3 miliardi) ha enormi potenzialità di crescita: nel 2009 il mercato è aumentato del 40%."


Sbaglio o tu in passato ti sei più volte dichiarato un sostenitore di Google osannandolo e sostenendolo nella sua lotta contro Microsoft?
Adesso da che parte stai?

Mago Merlino

Jean Lafitte ha detto...

apprezzo molto i prodotti google tra cui questi che sto usando in questo momento(blogger e chrome)ma necessariamente condivido tutte le loro politiche.

da che parte sto? io credo che pacta sunt servanda.

comunque ai cinesi non fotte un cazzo del dalai lama altrimenti userebbero dei motori di ricerca alternativi.