20 marzo 2010

Le menzogne di chi vorrebbe presentare "il fascismo" come un periodo di "tolleranza".

"Insomma, quando si usa il termine "nazi-fascismo" si offende la reltà storica, che attesta l'enorme differenza tra Fascismo e Nazismo . C'è chi sostiene  che la possibilità di  contestare il Regime, stando in limiti tollerabili, fosse offerta come valvola di sfogo per evitare contestazioni o fronde di maggiore spessore e portata , può essere, ma ciò non toglie  che  è impensabile in URSS o nella Germania hitleriana nella stessa epoca , una satira  evidente e gustosa , sebbene camuffata (male) , di esponenti dei Regimi oppure ed è il caso  di "Crapa Pelada" addirittura  del Capo del Governo   ."

Tutto un post pieno di cazzate revisioniste per arrivare alla solita minchiata che fascismo e nazismo erano diversi e che invece nazismo=comunismo. Un bambinetto di terza elementare avrebbe forse fatto di meglio.

Nessuna satira contro le autorità era permessa ai tempi del nazifascismo.

Andiamo nel dettaglio: si sostiene che canzoni popolarissime come "Pippo non lo sa", "Crapa pelada", "Maramao perché sei morto" del Gordi Kramer (musica),Nino Raspelli,  Mario Panzeri e del noto bolscevico Tata Giacobetti (testi) siano una neanche tanto velata satira contro il regime, tollerata dallo stesso.

La realtà è ben diversa. 

La canzone "Pippo non lo sa" per esempio non ha nulla a che vedere con Starace ( di nome Achille, che c'entra Pippo?) come una leggenda metropolitana postuma vuole.
Come ha spiegato lo stesso Gorni Kramer il titolo e il testo nacquero in maniera ben diversa e non c'era nessun riferimento a Starace o al regime.

"Era il 1939, ero a Viareggio, dove mi esibivo al Kursaal. Ma capivo di non ingranare. I giovani volevano jazz e motivi americani, ma con l'aria che tirava, non sempre li si poteva accontentare. Una sera incontrai il Maestro Pippo Barzizza e mi sfogai con lui. 'Infine, che cosa vuole tutta questa gente? Io cerco di accontentare gli americanofili e gli autarchici, i seguaci dello swing e i patiti dei vecchi valzer paesani. Niente da fare. Che cosa non va?' Pippo si strinse nelle spalle. 'E chi lo sa? Io non lo so ma nemmeno voglio saperlo'. E mi piantò in asso. Piuttosto deluso, andai nel mio camerino. 'Pippo non lo sa, Pippo non lo sa', continuavo a ripetermi. Le parole, divenute quasi ossessive, si trasformavano in musica. Buttai giù le prime note, poi preso da una specie di smania e lì per lì con i miei colleghi orchestrammo il motivo. La musica, eseguita senza parole, piacque immediatamente. Ci voleva, forse, per tirare su gli spiriti piuttosto depressi. Qualche giorno dopo l'Europa precipitava nel baratro della guerra. Ma a Viareggio, già 'oscurata', si sentiva fischiare, nelle placide sere settembrine: 'Pippo non lo sa'…" 
Nessun riferimento al regime, cosa assolutamente impensabile, pena la morte.

Stesso discorso per "Crapa Pelada" il cui testo fa chiaro riferimento a una donna, non certo a Mussolini .

In "Canzoni popolari milanesi" (EMI Editrice, Pavia), Attilio Frescura e Giovanni Re suggeriscono che la diffusione delle malattie del cuoio capelluto, assai diffusa tra i bambini, fosse alla base dell'abbondanza di numerose "crape pelate" tra i ragazzini, rapati a zero per meglio lavare il capo e combattere le infezioni. Di qui, il fiorire di canzoncine come la seguente, tuttora piuttosto diffusa nel centro Italia:
Zucca pelata mangia la rapa, 
beve il vino, spazzacamino;
Zucca pelata dai sette capelli
tutta la notte ammazza i grilli 
e se ne fa una grande mangiata
Ma 'L'Almanacco della Famiglia Meneghina' attribuisce alla filastrocca un protagonista illustre: Michelangelo Meriggi da Caravaggio, il grande pittore. A quanto pare, Caravaggio era innamorato di tale Peppa Muggia. "Quando il pittore fu messo al bando, costei si ammalò di una malattia del cuoio capelluto che la rese oggetto di meraviglia. Tornato l'artista a Milano, la Peppa gli preparò un piatto di tortelli di cui era ghiottissimo e di cui lasciò pochi avanzi. Sopravvenuti i fratelli della Peppa, ne derivò una lite e il Caravaggio se la svignò con l'amante. La quale, tornata più tardi a casa, subì dai fratelli l'affronto di non vedersi offrire una fetta di 'lacciada' (focaccia) nel dì delle nozze di uno di costoro; e anzi il fratello Luca, nel colmo della festa, mise fuori lo strambotto 'La Crappa pelada l'ha fàa i tortei', tra grandi risa della brigata, che poi lo divulgò".

Caravaggio dunque, non Mussolini: solo un interpretazione postuma ha creato questo falso mito.
Anche perchè, è bene ricordarlo, a quell'epoca il popolo italiano, ancora sostanzialmente un popolo di contadini non aveva molte occasioni di vedere il "duce" se non in qualche rara foto di giornale e in ancora più rari cinegiornali, un popolo di analfabeti e di morti di fame. Non si può certo paragonare la sovraesposizione mediatica del nano di merda, con quella del duce, ben lungi dall'essere "stampato" nelle retine degli italiani.
Infine per quanto riguarda "Maramao, perché sei morto" , innocua canzoncina per bambini, i fatti sono andati al contrario di come è stato scritto in quel post. Prima fu scritta la canzone che divenne un successo e poi un gruppo di giovani livornesi goliardici scrissero un verso della canzone sotto la statua di Ciano. Nonostante questo Panzeri fu convocato dai gerarchi per dare spiegazioni, a dimostrazione ancora una volta di quanto fosse feroce e stringente, oltre che ottusa, la censura fascista.

Quello che invece non viene detto è il fatto che il trio Lescano, tre ragazze olandesi di origini ungheresi che avevano spopolato in Italia, furono incarcerate dal regime e rischiarono l'internamento in un campo di sterminio, solo perché di madre ebrea.
Questa era l'Italia del fascismo, altro che lustrini e paillettes.


Il nazifascismo non è stata una barzelletta (anche se di personaggi da barzelletta ne ha avuti molti, anche posteriori, come l'autore di quel post) o un'epoca d'oro: è stata la peggiore tragedia della storia dell'umanità.





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