Un analisi a un "articolo" del perfido Sallusti.
" Solo 56, tra deputati e senatori ex An, hanno firmato una generica mozione di appoggio alla sua linea. Almeno la metà di questi non sarebbe però disposti a seguirlo oltre. I conti sono presto fatti."
Questi soli 56 (ieri erano 55, crescono di giorno in giorno, evidentemente) sono più che sufficienti per far saltare il banco. Altro che Fini disperato!
Chi ha firmato questa "generica dichiarazione di appoggio" per mesi ha pensato al passo da fare. Difficilmente torneranno indietro. Non so come Sallusti possa pensare che "almeno la metà di questi non sarebbero disposti a seguirlo oltre" dato il fatto che , lo hanno capito tutti, questo passo è prodromico ad altri successivi.
"I conti sono presto fatti. I parlamentari eletti in quota Fini alle ultime elezioni erano 140. Vuol dire che 90, cioè quasi due su tre, lo hanno già definitivamente abbandonato. Tanto è vero che sempre ieri in 76, tra i quali i leader ex An come La Russa, Alemanno, Gasparri e Meloni, hanno firmato un controdocumento nel quale si conferma lealtà al Pdl e a Silvio Berlusconi."
I conti sono fatti. Oltre ai 56 ce ne sono altri 8 (140-56-76) che prudenzialmente sono rimasti nel limbo e potrebbero andare ad ingrossare le fila dei finiani.
"Fino a qui i numeri, che dimostrano in modo freddo il fallimento del piano di Fini di ridare vita a una sorta di An seconda versione."
Ma caro Sallusti , ma non hai ancora capito che Fini non ha nessuna intenzione di rifare An? Vuole fare un partito moderato-neocentrista, non certo An, dunque. Non da solo. Insieme a Casini, Rutelli, Montezemolo e "cavalli sciolti" come quelli del partito liberale (Scognamillo, Guzzanti etc...). Che c'entra An?
" Il progetto è abortito, come dimostrano anche i sondaggi che danno un simile partito sotto la soglia elettorale del quattro per cento, cioè a rischio di non entrare neppure in Parlamento in caso di elezioni."
Ecco l'unica notizia che ci da Sallusti. Un partito di Fini, da solo, farebbe quasi il 4%, e vistoc he sicuramente si alleerebbe in ogni caso con Casini entrerebbe comodamente in parlamento. Quel 3-4% poi potrebbe significare con tutta probabilità una sconfitta elettorale dell'asse Lega-Pdl (la distanza alle ultime elezioni con il vecchio ulivo-dunque senza Casini e Fini era proprio del 4%), ammesso che si vada a votare con questo sistema elettorale. Cosa che ritengo decisamente improbabile. 3-4%. Anche se a dire il vero Pagnoncelli aveva parlato del 9 più un altro 9% di possibilisti.
"Non è un problema da poco se si considera non solo il valore formale-simbolico del ruolo ma anche il grande potere che il numero uno della Camera ha rispetto allo svolgimento dei lavori (tempi di approvazione delle leggi) e alla collaborazione col governo.
Analoga questione si pone per quei fedelissimi di Fini che erano stati messi in ruoli chiave sia nel partito che in Parlamento e nel governo. Oggi il loro potere di decisione e interdizione è ancora compatibile e proporzionale con il fatto di rappresentare non più l'intero Pdl ma solo una minoranza dello stesso? Direi di no, qui la matematica diventa politica e a poco servono le tranquillizzanti dichiarazioni di lealtà istituzionale. Al momento opportuno ovviamente, e legittimamente dal loro punto di vista, i finiani metteranno in campo tutti gli strumenti per logorare la maggioranza e marcare il ruolo che si sono dati, magari in combutta con l'opposizione di sinistra che non vede l'ora di avere una quinta colonna dentro il berlusconismo."
Ecco qui che iniziano a dire un po' la verità: dietro l'ottimismo di facciata si stanno cacando nelle mutande, è evidente. Altro che Fini disperato. Il ruolo di presidente della camera non è certo un ruolo politico (infatti un tempo era appannaggio dell'opposizione), quindi da nessun punto di vista si potrebbe biasimare fini. Il già citato Scognamiglio d'altronde fece lo stesso quando cadde il Berlusconi I. E neanche si può pensare che i berluscones possano essere credibili criticando i Bocchino vari, se dovessero rimanere attaccati alle poltronde. Da quale pulpito. Argomenti francamente risibili.
"La terza preoccupazione riguarda il medio periodo, cioè la possibilità che il gruppo dei finiani possa fare da catalizzatore a scontenti personali, mercenari e simili. O meglio, come spesso accade in politica, essere usato come arma di ricatto da parte di deputati e senatori nei confronti dei vertici del partito. Della serie: o mi dai quello che chiedo oppure passo con loro."
Ammesso che questo medio termini arrivi...
"Non mi farei illusioni neppure rispetto a questo. Avendo preso atto che la guerra non può essere frontale, Fini farà battaglia di retroguardia. Le perderà, come è accaduto ogni volta che si è messo in proprio ma sarà comunque un problema in più. Almeno che i vertici del Pdl prendano strade diverse da quelle viste fino ad ora. Il predellino fa precedente."
Non importa se Fini alla fine dovesse "perdere". L'importante è che con lui perda anche il nano. Anzi è proprio ciò che vogliamo.
Sullo stesso argomento segnalo quest'articolo sul blog Destra di Popolo
2 commenti:
Fini ha avuto il meruto di portare allo scoperto la questione del dissenso interno al PDL. Ma la vedo dura perchè con lui sono in pochi. Una condizione di isolamento che lui stesso a contribuito a crearsi nel momento in cui ha acconsentito a consegnare An al Cavaliere
La scelta di Fini: costruire una minoranza interna al PDL
sono più del doppio di quelli di cui ha bisogno.
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