16 aprile 2010

La crisi del Pdl vista da destra.

dal blog Destra di Popolo.


INTERROTTO IL MATRIMONIO D’INTERESSE DELLA COPPIA DI FATTO UMBERTO-SILVIO CHE STA AFFOSSANDO IL PAESE, TRA EGOISMI E INTERESSI PRIVATI….DIMETTERSI FINI? MA SI DIMETTA CHI HA FATTO PERDERE IL 10% DI CONSENSI AL PDL IN DUE ANNI, VENDENDOSI AI RAZZISTI PADANI
Alla fine di una giornata ad alta tensione, il commento più simpatico ma pertinente alla frattura probabilmente definitiva tra Berlusconi e Fini, è stato quello dell’attore Luca Barbareschi: “La verità è che le teste pensanti del partito si sono rotte i coglioni”.
D’altronde sono due anni che Berlusconi sta tradendo il programma del partito e spostando l’asse del governo sempre più in mano del pregiudicato Bossi (condanna definitiva a 8 mesi per aver intascato 200 milioni di finanziamento illecito ai tempi di Tangentopoli). Tutto per evitare due processi personali davanti alla corte di MIlano.
E i risultati sono visibili: il Pdl pesa dentro la maggioranza in misura inversamente proporzionale ai voti che ha, l’esatto contrario della Lega.
Manca una politica economica e sociale che aiuti le famiglie in difficoltà: i famosi 9 miliardi sbandierati per gli ammortizzatori sociali sono solo fondi Ue destinati al mezzogiorno e rubati dal governo per pagare la cassa integrazione agli operai delle fabbriche del nord.
Dire che la coalizione al nord è a trazione leghista è ormai un eufemismo: il Pdl ha regalato Veneto e Piemonte alla Lega senza una ragione, essendo la Lega il secondo partito in Veneto e il terzo in Piemonte.
L’organizzazione interna del Pdl è stata trascurata, non esistono strutture radicate sul territorio, tutto è in mano a boss locali che pensano solo a occupare poltrone: una corte di miracolati della politica, di varie e dubbie origini, che vivono solo grazie al traino del premier.
Senza Fini, Berlusconi non sarebbe mai diventato presidente del Consiglio, Forza Italia sarebbe rimasta a navigare intorno al 26% e non sarebbe neanche il primo partito italiano.
La Lega era finita anni fa al 4% ed è risalita al 12% solo grazie alle concessioni del premier.
Non a a caso ieri Fini ha ricordato a Berlusconi: “Il tuo partito è il Pdl, non la Lega, il Pdl deve essere il partito della coesione nazionale: non sono disposto a seguirti nei tuoi progetti folli, il nostro Paese non conoscerà mai la tua monarchia”.
Da qui la decisione di Fini, in mancanza di un cambio di rotta, di costituire gruppi autonomi in Parlamento chiamati “Pdl-Italia”che appoggieranno il governo caso per caso: avranno il via libero le proposte contenute nel programma di governo, saranno bocciate quelle non previste.
A questo punto Bossi rischia di ritornare in canottiera sulle rive del Po e Berlusconi in Bermuda(s), intese come isole dove espatriare . 
Perchè ci sono piccoli, ma importanti dettagli che la stampa vicina al premier non dice.
In primo luogo non ci possono essere elezioni anticipate: Fini non vota contro il governo, ma solo contro singoli provvedimenti, qualora non previsti dal programma del Pdl.
Se poi Berlusconi vuole dimettersi (se ne guarda bene, causa processi), lo faccia.
Napolitano non indirà certo elezioni anticipate e qualcuno se lo prenderà in saccoccia.
Secondo aspetto: Fini ha i numeri per fare due gruppi autonomi al Senato e alla Camera (10 e 20, i parlamentari richesti).
Fini non solo li ha in numero superiore (15 e 45), non solo può bloccare in qualsiasi momento qualsiasi legge, ma è destinato a raccogliere sempre più scontenti, anche di orgine forzaitaliota.
In Sicilia sta nascendo l’altra scissione tra i parlamentari del sud, mentre al nord sono in molti quelli del Pdl che ne hanno le scatole piene della sudditanza alla Lega.
E pensate che se cambia l’aria, l’altrà metà di aennini che per ora restano con Berlusconi per interesse non cambino di nuovo opinione?
Conosciamo troppo bene l’ambiente…
Fini ha un vantaggio enorme su Berlusconi: sa parlare di politica e di problemi concreti, non ha scheletri nell’armadio e ha idee su cui aggregare.
Possono essere condivise o meno, ma dall’altra parte c’è il nulla, l’arroganza, la presunzione, il vendersi ai razzisti.
Perchè una cosa forse non è chiara: la Lega può anche prendere il 15% dei voti, ma avrà contro l’85% degli italiani che usano il cervello e non vogliono uno stato razzista di cui vergognarsi all’estero.
Fini ha solo fatto scoprire le carte a Berlsuconi: se il premier vuole diventare segretario delle Lega, faccia regolare richiesta a Pontida, si beva un sorso dell’acqua inquinata del Po e vada a rubare il cibo alle mense scolastiche ai bambini poveri.
Lì può avere un futuro: esiste anche un’Italia civile e una destra sociale che si è rotta i coglioni di leggi ad personam, puttane a palazzo e spot in Tv.
Sotto il doppiopetto, il nulla.
E di “destra vera” meno del nulla.

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