06 giugno 2010

Flottilla: freddati con colpi alla nuca e proiettili da caccia

Pistola

dal blog ByoBlu di Claudio Messora. 

 Non metto in discussione il diritto di Israele alla sovranità sulle sue acque territoriali. Non metto in discussione il diritto dei palestinesi a vivere, o meglio a sopravvivere, nelle loro terre. E non metto in discussione il diritto morale degli attivisti della Flottilla di arrivare a Gaza con il loro carico di aiuti a rappresentare quello che ancora c'è di umano in questa umanità alla deriva.



Dico però che, innanzitutto, non è possibile anticipare le intenzioni ed effettuare un arrembaggio in acque internazionali. Sarebbe come se gli italiani andassero sulle coste albanesi a manganellare quelli che si stanno accingendo a salpare sui gommoni. Secondariamente, se disponi di un esercito considerato tecnologicamente all'avanguardia come quello israeliano e tutto quello che riesci a fare è salire su una nave di sfigati e ammazzarne nove, di cui molti freddati con un colpo alla nuca, sei un incompetente anche per il più facinoroso dei guerrafondai.

  Perché arrivare di notte, come i ladri, se non per manifestare intenzioni per nulla rassicuranti? Non si poteva mediare un avvicinamento diurno, alla luce del sole, effettuato senza armi, al solo scopo dichiarato di verificare il carico di aiuti? Davvero qualcuno avrebbe temuto per la vita di una mezza dozzina di soldati disarmati in mano a pericolosi attivisti in viaggio su una nave carica di medicine, circondata da una flotta israeliana dotata delle più sofisticate tecnologie belliche? A fronte di un eventuale rifiuto di concedere un'ispezione pacifica, sarebbe stato poi meno difficile giustificare un arrembaggio della nave con metodi meno soft.

 Invece si sono calati dall'alto, armati fino ai denti, di notte. Volevano prenderli nel sonno. Ci può anche stare che qualcuno si spaventi e che si possa scatenare una reazione incontrollata. Non l'avevano messo in conto? A cosa sono serviti miliardi di dollari spesi per mantenere il fantascientifico esercito israeliano? Ecco cosa: a non trovare nessuna soluzione se non quella di piantare pallottole da caccia nelle tempie di uomini privi di qualsiasi addestramento, insonnoliti e dotati di armi di fortuna.

 Forse, se si capisse che non tutto nella vita si può o si deve risolvere con la violenza, se imparassimo a giustificare di meno il ragionamento militare e tornassimo ad investire sulle parole, se avessimo meno Andrea Nativi in giro a rilasciare interviste che giustificano la macelleria della Mavi Marmara, come se la bibbia di ogni essere umano si fosse ormai ridotta ad un elenco di regole di ingaggio, forse...

  In Turchia hanno comunicato gli esiti delle autopsie sui cadaveri dei pacifisti che sono stati ritrovati. L'unica pace che hanno ottenuto davvero è la pace eterna. Ho tradotto per voi l'articolo di punta del Guardian di oggi.

 GLI ATTIVISTI DELLA FLOTTILLA UCCISI CON SPARI ALLA TESTA DA BREVE DISTANZA
 Esclusivo: l'autopsia rivela che 9 turchi a bordo della Mavi Marmara sono stati colpiti per 30 volte.

 Israle è sotto pressione al fine di consentire un'inchiesta indipendente sull'assalto alla flottilla che portava aiuti umanitari a Gaza, dopo che i risultati dell'autopsia sui corpi dei pacifisti uccisi, ottenuti dal Guardian, hanno rivelato che sono stati colpiti con proiettili di 9mm di calibro, moltissimi sparati a brevissima distanza.

 Nove uomini turchi a bordo della Mavi Marmara sono stati raggiunti da colpi di arma da fuoco per 30 volte e cinque sono stati uccisi da ferite di arma da fuoco alla testa, secondo il vicepresidente del consiglio turco di medicina forense che ieri ha condotto le autopsie per il ministero della giustizia turco. I risultati hanno rivelato che a un uomo di 60 anni, Ibrahim Bilgen, hanno sparatoquattro volte alla tempia, al petto, al fianco e alla schiena. A Fulkan Dogan, un ragazzo di soli 19 anni che ha anche la cittadinanza americana, hanno sparatocinque volte da una distanza di meno di 45cm, in faccia, alla nuca, due volte alle gambe e una alla schiena. Agli altri uomini hanno sparato quattro volte, e cinque tra le vittime sono stati colpiti alla nuca o alla schiena, conferma Yalcin Buyuk, vicepresidente del consiglio di medicina forense.

 I risultati sono emersi contemporaneamente ai resoconti che molti sopravvissuti hanno fornito sull'assalto israeliano. Ismail Patel, il presidente del gruppo pro-palestinese con base a Leicester "Friends of Al-Aqsa", ritornato in Gran Bretagna oggi, ha raccontato di come sia stato testimone dei colpi di arma da fuoco mortali e ha affermato che Israele sparava per uccidere. Ismail ha calcolato che durante la parte più sanguinaria dell'assalto i commandos israeliani hanno ucciso una persona al minuto. Un uomo è stato freddato con unacolpo alla nuca da una distanza inferiore a 60/70 cm e ad un altro hanno sparato in mezzo agli occhi. Insieme ai passeggeri feriti mortalmente, altri 48 hanno sofferto ferite da arma da fuoco e sei attivisti sono scomparsi, suggerendo che il conto dei morti può essere superiore.

 "Data l'inquietante evidenza che contraddice la linea dei media israeliani e suggerisce che Israele è stata molto selettiva nel modo in cui ha affrontato la questione, c'è ora un urgente bisogno di un'inchiesta internazionale", ha dettoAndrew Slaugheter MP, membro del gruppo interparlamentare britannico-palestinese.
 Israele ha dichiarato che il numero di proiettili trovati nei corpi non influisce sul fatto che i soldati abbiano sparato per auto-difesa. "L'unica situazione nella quale un soldato ha sparato è stata quando era chiaramento in pericolo di morte", ha affermato un portavoce dell'ambasciata israeliana a Londra. "Tirare il grilletto velocemente può risultare in una serie di colpi sparati nello stesso corpo, ma non cambia il fatto che si trovassero in una situazione che metteva a repentaglio la loro vita".

 Molte persone da tutte le parti del paese marceranno domani da Downing Street fino all'ambasciata isaraeliana in segno di protesta, per chiedere che Israele renda conto per le sue azioni. Questa mattina presto, William Hague, segretario degli esteri, ha dichiarato che il governo richiederà un'inchiesta sotto gli auspici internazionali se Israele rifiuterà di stabilire un'indagine indipendente che includa una presenza internazionale.

 I risultati dell'autopsia sono stati resi noti dopo la cremazione dell'ultima vittima turca. Il dr. Haluk Ince, presidente del consiglio di medicina forense ad Istambul, ha dichiarato che solo in un caso si sono trovati di fronte ad un unico foro di proiettile, sparato alla fronte da molta distanza, mentre ogni altra vittima ha sofferto di ferite multiple.
 "Tutti i proiettili erano integri. Questo è molto importante in un contesto forense. Quando un proiettile colpisce altri oggetti prima di penetrare nel corpo umano, viene rinvenuto deforme. Se invece entra direttamente nel corpo, il proiettile è integro". Il dr. Ince ha poi aggiunto che tutti i proiettili rinvenuti nei corpi, tranne uno, erano del calibro di 9mm. Dell'altro tipo di proiettile ha affermato: "E' stata la prima volta che abbiamo visto questo genere di materiale utilizzato usato nelle armi da fuoco. E' semplicemente un contenitore nel quale trovano posto pallini di divero tipo, utilizzato usualmente nelle armi da caccia. Ha penetrato la tempia e l'abbiamo trovato intatto nel cervello".

 Un anonimo soldato israeliano, che si dice abbia partecipato al raid sulla Mavi Marmara, oggi ha riferito al sito di news online israeliano Ynet News di avere sparato a un attivista che lo aveva avvicinato con un coltello. "Ero davanti a un numero di persone che avevano coltelli e mazze", ha detto, "Ho messo le dita sul grilletto della mia arma quando ho visto che uno di loro mi veniva contro con un coltello e ho sparato una voltaSubito altre 20 persone mi sono venute addosso da ogni direzione e mi hanno buttato sul ponte di sotto. Sapevamo che erano pacifisti. Anche se volevano rompere l'embargo di Gaza, ma pensavamo che avremmo incontrato una resistenza passiva, forse verbale. Non ci aspettavamo questo. Tutti volevano ucciderci. Abbiamo incontrato terroristi che ci volevano uccidere e abbiamo fatto ogni cosa possibile per prevenire ferite non necessarie".

 Questa sera il Rachel Corrie, nave irlandese carica di sostenitori del movimento Free Gaza, avanzerà sulla rotta per Gaza. Yossi Gal, direttore generale al ministero degli esteri israeliano, ha comunicato che "non vi è il desiderio di uno scontro" ma ha chiesto all'imbarcazione di approdare al porto di Ashdod, non a Gaza. "Se la nave decide di fare rotta verso il porto di Ashror, allora garantiamo la sua sicurezza e non la abborderemo", ha affermato. (*)

(*) Update: la nave dei pacifisti Rachel Corrie è stata presa con la forza dalla marina israeliana ed è rimorchiata verso il porto di Ashdod. (leggi sul Corriere)

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