13 settembre 2010

Domenico Losurdo su Cuba e Iran

dal suo blog personale.


Riceviamo e pubblichiamo [SGA].

Gentile prof. Losurdo,
Leggo dalle agenzie di stampa che anche Fidel Castro sembra essersi unito al coro pro-Israele e anti-Iran. Per quanto lei possa saperne, la notizia è vera? Come la giudica? [MO]

08-09-10  IRAN: FIDEL CASTRO CRITICA AHMADINEJAD, ''ANTISEMITA''
(ASCA) - Roma, 8 set - Fidel Castro ha criticato il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad per i suoi comportamenti giudicati ''antisemiti''. Lo rende noto la BBC.
L'ex leader cubano, nel corso di un'intervista rilasciata a Jeffrey Goldberg (personalmente invitato da Fidel a Cuba) dell'Atlantic magazine, ha dichiarato che l'escalation dei rapporti contrastanti tra Iran e Occidente potrebbe condurre ad una guerra nucleare.
Per quanto riguarda gli ebrei, Fidel Castro ha dichiarato che ''la loro esistenza e' stata molto piu' difficile della nostra. Non c'e' niente che puo' essere paragonato all'Olocausto'', ha spiegato l'ex presidente.
Per Castro, l'Iran dovrebbe, per la pace del mondo, ''riconoscere l'unica storia sull'antisemitismo e cercare di comprendere il motivo per cui gli israeliani temono per la loro esistenza''.

Non so fino a che punto l’intervistatore abbia compreso e riportato correttamente il pensiero di Fidel Castro: a tale proposito è lecito nutrire qualche dubbio. In ogni caso il mio punto di vista io l’ho espresso nel libro: Il linguaggio dell’Impero. Lessico dell’ideologia americana (Laterza, 2007). Riporto qui alcuni brani [DL]:

[...] Più radicale sembra essere la posizione del presidente iraniano Ahmadinejad, secondo cui, in quanto Stato «artificiale», Israele sarebbe destinato a dileguare. E’ una presa di posizione spesso bollata in Occidente quale sintomo della volontà di replicare l’ebreicidio; ma questa lettura è un espediente polemico. E’ ben più vicino alla verità chi, scrivendo su un giornale insospettabile di antisemitismo (l’«International Herald Tribune»), ha osservato che ci troviamo dinanzi al rinvio ad una presunta «inevitabilità storica» piuttosto che all’«enunciazione di una politica». Conviene allora ricordare che ad aver messo in dubbio l’opportunità e la legittimità della fondazione di Israele sono personalità quanto mai illustri dell’Occidente: in privato Karl Popper non esitava a parlare di «disastroso errore»; ancora più significativo è il giudizio della Arendt...


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