19 gennaio 2011

PSICOLOGIA DI MASSA DEL BERLUSCONISMO

Ma quanti sono davvero gli italiani disposti a seguire Berlusconi fino alla fossa?

di Moreno Pasquinelli


Mi corre l'obbligo di ri
spondere all'intervento di ieri di Piemme dal titolo 
puttanaio italiano




Prendo spunto proprio da un commento, desolante, al suo intervento: «Forse non è ancora la fine per B. I suoi elettori desiderano essere lui, lo seguiranno come le falene la luce fino alla fine, ricordiamocelo tutti: non è lui il guaio, ma tutti i milioni di lobotomizzati che lo seguono, qualsiasi cosa faccia. E' buona parte di questo popolo il male, non il pagliaccio Berlusconi».
Lo seguiranno davvero fino alla tomba? Non ne sarei così certo.


V'è certo un livello dell'analisi (insisto, secondo me secondario) morale, riguardante il legame incestuoso e turpe tra il Caudillo Berlusconi e la moltitudine dei suoi sostenitori. Un livello morale che chiama in causa la psicoanalisi. Badate, non lo dico per scherzo. Chi abbia avuto modo di leggere Psicoanalisi di massa del fascismo, il testo imperdibile di Wilhelm Reich, capirà ciò che dico. La tesi di fondo di Reich è nota: la causa delle nevrosi e dell'infelicità che affliggono la società capitalistica moderna dipendono dalla morale sessuale dominante la quale, imponendosi già nella famiglia, plasma una struttura psichica fondata sulla repressione. Il nazismo era per Reich la conseguenza, ovvero l'espressione politicamente organizzata «... della struttura caratteriale media umana... l'atteggiamento fondamentale dell’uomo autoritariamente represso dalla civiltà capitalistica delle macchine».
Tra la repressione sessuale e il bisogno del dittatore, tra l'infelicità e il sostegno di massa ad un regime dispotico, c'era dunque per Reich un rapporto di causa ed effetto.

A voler restare su questo piano psicoanalitico di analisi, il berlusconismo si presenta come una palese anomalia. Non c'è di mezzo, con la Germania degli anni '30, solo la differenza tra la psicologia di un popolo segnato dalla "rivoluzione luterana", che da questo punto di vista si presenta come un fondamentalismo cristiano, e quella di un popolo come quello italiano, che quel fondamentalismo non ha mai abbracciato —e non ha quindi mai fatto suo un puritanesimo morale.

C'è di mezzo il profondo mutamento che hanno subito le società occidentali dopo la seconda guerra mondiale, anzitutto dopo il '68. E' ancora valida l'analisi di Reich per cui la società si fonda sulla repressione sessuale? Al contrario, penso valga la tesi di Nietzsche per cui Dio è morto e tutto è diventato possibile. Oggi predomina in Occidente, non un puritanesimo morale bensì un relativismo amorale. Questorelativismo amorale, sorto in seno alla borghesia ormai decadente, ha afferrato, come una pandemia, anche agli strati più bassi della società. Una svolta epocale, che ha dato i natali ad una società come minimo post-cristiana, se non propriamente anti-cristiana. Un processo questo, in barba alle autoconsolatorie affermazioni di  Ratzinger, che non è una deviazione, un incidente di percorso dell'Occidente, ma un precipitato ineluttabile della modernità —ove la cosiddetta post-modernità non è che una metastasi della prima.

Esiste dunque una psicologia di massa del berlusconismo? Sì che esiste, e consiste appunto nell'aver portato alle estreme conseguenze, ovvero fino alla depravazione, il concetto di libertà affermatosi negli ultimi quaranta anni per cui, fatta salva una slabbrata e ipocrita etica pubblica, ognuno può e deve farsi i cazzi suoi. Con l'addendum, non poco significativo,  che nessuno ha il diritto di mettere il naso nella sua sfera privata, tanto meno lo Stato —tanto meno la magistratura la quale, agli occhi della plebaglia berlusconide, è l'ultimo avamposto restato in piedi dello Stato, ovvero della legge. "Io sono io, e voi non siete un cazzo", esclamava il Marchese del Grillo nel grande film di Mario Monicelli. 

Orbene, il berlusconismo ideologico si può condensare in questa massima: "io sono io e lo Stato, le leggi, non contano un cazzo"! Se lo Stato non deve ficcare le mani nelle tasche dei cittadini, figurarsi se ha il diritto di intrufolarsi in camera da letto. Siamo insomma all'opposto polare del cosiddetto "Stato etico", il mostro che venne brandito nell'Italia craxiana degli anni '80 e contro cui si scagliava, grazie all'armata televisiva Mediaset, il berlusconismo incipiente. 

Infatti è proprio in quel decennio che il berlusconismo mosse i primi passi, passando sul corpo della spinta collettivistica ed egualitaria degli anni '70, colpendo il cosiddetto "catto-comunismo", incarnando insomma, l'atavica e purulenta morale cattolica per cui, fai quel che ti pare e pecca come vuoi, l'importante è che riconosci solo alla Chiesa la facoltà dell'indulto e del perdono al cospetto di Dio. E non è per caso che le alte gerarchie cattolico-apostoliche abbiano sostenuto fino alla fine Silvio Berlusconi. Fino alla fine, cioè fino ad adesso. Poiché più oltre, oramai, non possono spingersi. Ed è qui un punto cruciale che spiega la fine annunciata del Cavaliere: senza l'avallo morale cattolico, nessuno può restare a lungo al governo in questo paese, tanto meno il berlusconismo amorale. Senza l'alibi fornito dal sostegno vaticano Berlusconi è finito, è un primo ministro solo virtuale. E' stato quest'alibi  a consentirgli di conservare un ampio consenso, a metterlo al riparo dai congiurati, compresi i da tempo scontenti alleati europei e americani.

Venendo al "puttanaio" di cui parla Piemme, sono dunque d'accordo con lui e non con chi ha postato il commento, non si tratta che dell'ultimo atto di questo infinito psico-dramma che è stato il Berlusconismo. Sì, siamo al finale di partita. En passant: mi viene in mente quanto affermato ieri sera dal tetragono quanto indisponente direttore del quotidiano Il Tempo Mario Sechi ieri sera a Ballarò. Senza troppe perifrasi ha ammonito che ove Berlusconi fosse disarcionato da trame di Palazzo (lui intendeva anche l'inchiesta in corso) il suo blocco sociale si ribellerebbe e il paese, questo ha lasciato intendere! precipiterebbe in una specie di guerra civile. Una pistola, a me pare, ad acqua, una minaccia da far ridere i polli.

Ma che siamo all'ultimo atto della commedia, possiamo desumerlo anche da altri e ben più importanti fattori, primo fra tutti, insisto, quello da me indicato nell'articolo Il fantasma di Tremonti, ovvero che la tempesta in arrivo sul debito pubblico italiano non potendo essere affrontata da questo governo moribondo e affetto dal populismo, chiede che si mandi a casa, con le buone o le cattive, il pagliaccio. C'è sempre una goccia che fa traboccare il vaso, ma per traboccare esso doveva essere già colmo, colmo a causa di fattori fondamentali che attengono pur sempre alla crisi storico-sistemica del capitalismo e alle devastazioni sociali che produce ed  uno dei cui prodotti è che solo degli imbecilli possono ancora credere alle barzellette sulla crisi che non c'è o che ci siamo già lasciati alle spalle, che tutto va ben Madama la marchesa....

berlusconidi non perdono occasione per ostentare sicurezza e ripetono il mantra che il Cavaliere è all'apice dei consensi, che la "persecuzione giudiziaria" non fa che portare voti, che infatti il Pdl ha vinto anche le ultime elezioni. Bluffano e mentono! Sia alle europee del 2009 che alle regionali del 2010 il blocco Pdl-Lega Nord, ha perso non guadagnato consensi, a dimostrazione che l'onda più o meno lunga del successo, si era oramai arenata. Voglio segnalare le analisi che su questo blog svolgemmo dell'ultima tornata elettorale regionale del marzo scorso (L'analisi del voto).

Scrivevamo: «Totale astenuti (senza tener conto delle schede bianche e nulle): 14.854.452[36,4%].
Rispetto alle europee di anno fa, 1.628.264 cittadini in più non si sono recati alle urne. [+6,4%].
Pdl + Lega, che cantano vittoria, hanno ottenuto assieme 9.804.129 voti, ben al di sotto dei soli astenuti e molto meno di un terzo dei votanti. Sono dunque una minoranza nel paese.
Ammesso che l'Italia fosse stata stregata da Berlusconi, la tendenza è quella alla de-berlusconizzazione.
Il piagnisteo della gente di sinistra è un alibi per non prendere atto che ci si deve liberare dei politicanti-zombi che ancora vota. Si batterà Berlusconi solo mandandoli tutti a casa». 

E segnalavamo anche che la stessa Lega Nord, al di la delle chiacchiere, aveva perso consensi in termini assoluti, anche in Piemonte, dove conquistò la presidenza.

Questo declino, risultato anzitutto della crisi economica generale, non penso si possa invertire. Le attuali vicende lo rafforzeranno. E non è un caso che il Pdl tema le elezioni anticipate. Vero che le temono anche gli altri, a causa della crescita dell'astensione. Fatti loro. E' proprio la crescita dell'astensione, l'esodo da tutto il baraccone politico ufficiale, una forma, per quanto spuria, della de-berlusconizzazione del paese. Continuo a ritenere che vada sostenuta, e che solo in questo distacco onnilaterale dal Palazzo e dalla Casta ci siano i germi di una rinascita futura.

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