20 novembre 2012

Corea del Sud, rischio censura per un quadro di Hong Sung-dam


Paese che vai, censura che trovi. Si moltiplicano in tutto il mondo i casi di interventi censorei dei governi nei confronti dell’arte e degli artisti. Dopo Russia, Sudafrica, Cina, Cambogia, di cui vi abbiamo parlato di recente su queste pagine, oggi andiamo in Corea del Sud, il paese del sud-est asiatico famoso per la sua produzione a livello tecnologico.
Oggi a Seoul alcuni membri del Grande Partito Nazionale, compagine politica di ispirazione conservatrice al governo dal 2008, hanno ufficialmente chiesto ad un noto pittore di scusarsi pubblicamente per un suo dipinto. Ma qual è la colpa di cui Hong Sung-dam si è macchiato?
Nel suo quadro, di chiara matrice satirica, ha ritratto la figlia dell’ex presidente Park Chung-hee in una sala parto d’ospedale, seduta e sorridente, poco dopo aver partorito un piccolo bambino che indossa gli stessi occhiali del nonno. L’opera fa parte di una mostra in corso a Seoul, che rilegge da un punto di vista critico l’azione di governo di Park.
Secondo i funzionari del Partito Saenuri l’opera è diffamatoria. Ma facciamo un passo indietro. La signora Park infatti è il candidato su cui punta il partito di governo conservatore per le elezioni presidenziali del prossimo dicembre (e l’opposizione democratica è in vantaggio nei sondaggi). Suo padre Park Chung-hee era divenuto presidente dopo un colpo di stato militare nel 1961 e aveva governato fino al 1979, anno in cui era stato ucciso dal capo dei servizi segreti. Il suo ventennio di governo viene ricordato oggi dai coreani per la crescita economica, ma anche per la mancanza di una democrazia reale nel paese.
Ecco dunque spiegato l’intento dell’artista, lanciare un piccolo campanello d’allarme sul rischio di un passato che potrebbe ritornare. Se il quadro verrà censurato ufficialmente, Hong ha minacciato di ‘riconsegnare indietro’ la sua carta d’identità coreana, ma i problemi per lui si potrebbero chiamare spese legali, se gli accusatori portassero la vicenda in tribunale.

Artsblog  Via I BBC

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