10 febbraio 2010

Lettera aperta al Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran Mahmud Ahmadinejad

Signor Presidente, prima di tutto la ringrazio per l'attenzione da Lei concessami e mi scuso se il linguaggio non è quello appropriato per rivolgersi a una così alta carica istituzionale, e se non mi rivolgo a lei  nella Sua lingua.
Questa lettera vuole essere da una parte un augurio per il 31esimo anniversario della Rivoluzione, dall'altro un tentativo , probabilmente superfluo data la Sua riconosciuta intelligenza, di spiegarle che l'ingiustificabile e vergognoso comportamento  tenuto dal presidente del consiglio Berlusconi e dal ministro Frattini non rappresenta affatto i sentimenti del nostro paese verso il Suo paese e verso di Lei.
Ne approfitto anzi, per ringraziare Lei e le istituzioni iraniane per aver prontamente interrotto la pur legittima e , nel merito, sicuramente giusta, protesta contro i criminali che governano il nostro povero paese avvenuta presso la nostra ambasciata a Teheran lo scorso 9 febbraio: ancora una volta Lei ha dato prova di estremo senso di responsabilità istituzionale che invece manca ai ciarlatani dei nostri governanti.
Riguardo le polemiche riguardo il programma nucleare del Vostro paese, voglio dirLe che sono a priori contrario a qualsiasi tipo di proliferazione  di armi belliche e nucleari in particolare, ma credo che se anche un solo paese ha a disposizione una tecnologia del genere, ogni stato sovrano debba poterne disporne, a prescindere dalla sua forma di stato o di governo e della sua conformità o meno al modello di stato caro all'ideologia liberal-democratica.
Penso dunque che tutte le pressioni e la campagna internazionale volta a limitare la sovranità del Suo paese sia decisamente censurabile e irrispettoso per il Suo popolo e apprezzo moltissimo il Suo atteggiamento preso, diplomatico ma fermo e dignitoso, da grande statista.
Rivendico per il Suo come per tutti i popoli del mondo il diritto a scegliere le proprie leggi, qualsiasi esse siano. in ossequio al sacro principio che vuole che ogni popolo possa autodeterminarsi.
Ho enorme ammirazione per la Sua lotta come quella del Presidente Chavez, e di molti altri statisti dei paesi umiliati e sopraffatti dall'impero per l'emancipazione e il ritorno alla piena libertà e sovranità, una lotta che i compagni della Repubblica Popolare Cinese, un paeseuna volta paese depredato e stuprato, hanno dimostrato possa essere possibile e anche essere vittoriosa.
Sapesse quante volte mi sono trovato a difenderLa contro le accuse infami lanciate da individui ancora più infami: accuse che parlano di antisemitismo e di "dittatura". Proprio verso di Lei due volte democraticamente eletto a furor di popolo e che ha , spero definitivamente, resistito a un violento tentativo di colpo di stato, ordito ancora una volta dall'impero del male.
Accuse di antisemitismo proprio verso di Lei, che più e più volte ha dimostrato la sua amicizia e la sua umanità nei confronti dei fratelli ebrei e che al contrario mirava solo a denunciare i crimini di uno stato genocida e illegittimo.
E proprio confidando nella Sua umanità e nella Sua statura morale tendo a Lei una mano come segno di fraternità che possa (ri)congiungere in un rapporto di eterna e armoniosa amicizia i nostri due popoli, come tutti i popoli del mondo. Anche quelli che sono ancora sotto il gioco dell'impero. Anche quelli che dell'impero sono , più o meno coscientemente colpevoli, il nucleo.
Signor Presidente, il Suo compito è arduo ma sono certo che i semi che lei sta coltivando germoglieranno e che potremmo lasciare ai nostri figli un mondo di pace, libertà, fratellanza e uguaglianza.

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