12 maggio 2010

La pirateria? Da sempre fonte di progresso

dal blog del sito Scambio Etico





Con queste parole il Ministro portoghese della Scienza, Mariano Gago, ha scatenato accese polemiche. Eppure si tratta di un’affermazione fortemente supportata da una grande quantità di fatti. Il comunicato stampa del Free Culture Forum, al quale appartiene anche ScambioEtico. Click here for English version.

Il Ministro portoghese della Scienza e della Tecnologia, Mariano Gago, ha affermato che la pirateria su vasta scala in Internet causa alcuni sviluppi positivi, come un enorme valore aggiunto per i produttori che vedono i propri contenuti distribuiti in tutto il mondo. Il Ministro Gago ha aggiunto che tutto ciò non è sorprendente, in quanto la pirateria è sempre stata fonte di progresso e globalizzazione.











Pressioni dalla lobby dell’industria dei contenuti hanno costretto il Ministro Gago a ritrattare pubblicamente la propria affermazione.
In effetti, fatti contemporanei e di importanza storica costituiscono un forte sostegno alle affermazioni del Ministro. Un importante resoconto viene dato nel libro “I segreti del commercio: pirateria intellettuale e le origini del potere industriale americano” del professor Doron Ben-Altar:
“Durante i primi decenni dell’esistenza dell’America come nazione, cittadini privati, associazioni di volontari e ufficiali governativi incoraggiavano il contrabbando delle invenzioni e dell’artigianato europeo nel Nuovo Mondo. Queste azioni violavano apertamente i regimi di proprietà intellettuale delle nazioni europee. [...] Il combustibile del boom americano del diciannovesimo secolo fu un sistema dualistico di dedizione di principio verso un regime di proprietà intellettuale, combinato con l’assenza di impegno per l’imposizione di queste leggi. Tale ambiguo ordine generò innovazione promettendo monopoli sui brevetti. Allo stesso tempo, rifiutandosi di colpire le tecnologie pirata, consentì una rapida disseminazione di innovazione che rese i prodotti americani migliori e più economici”.
Inoltre, grazie ai bassi prezzi dei libri per i quali il copyright non era stato pagato, gli Stati Uniti riuscirono a combattere l’analfabetismo della popolazione ad un ritmo più veloce che in Europa.
Durante lo scorso secolo, i filmografi americani si trasferirono in California per evitare di pagare costose tariffe per il brevetto di Edison, e fondarono Hollywoodland. Come conseguenza, l’industria del cinema americano diventò rapidamente, e tuttora è, la più sviluppata e potente del mondo.
Oggigiorno, la condivisione su vasta scala non commerciale in Internet è nuovamente benefica per il mercato. Essa ha consentito di creare e sostenere forme di business completamente nuove, come una corposa quantità di studi realmente indipendentidimostra, e ha inoltre incrementato l’accesso alla conoscenza, in particolare fra i meno abbienti e fra coloro all’interno di economie in via di sviluppo.
Le organizzazioni firmatarie esprimono il proprio rammarico per le dichiarazione delle lobby dell’industria del copyright, che mirano a mettere a tacere qualsiasi voce di dissenso, inclusa quella di un Ministro, e qualsiasi tentativo di pensare e contestualizzare i temi di nuove forme di ritorno economico per la comunità creativa e la società tramite modalità diverse da quelle che sono imposte dall’industria dei contenuti.
Attaccare tutte le nuove opinioni e le menti aperte ai nuovi modelli di economia causerà soltanto alti costi per la società civile e per i nuovi imprenditori ma non fermerà l’inevitabile progresso dell’era digitale.
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