25 luglio 2010

Il nuovo fronte antimperialista e le amnesie dei radical chic.

dal blog Uruk-hei zeitung

"Dobbiamo sostenere tutto ciò contro cui il nemico combatte, e combattere tutto ciò che il nemico difende"(Mao Tse-Tung)

La recente ricomparsa pubblica di Fidel Castro è stata accolta con gioia dai settori dell'estrema sinistra e dagli ambienti culturalmente piu avanzati.
L'artefice del cambiamento sociale a Cuba, motore di una Rivoluzione sempre viva, è apparso sereno e lucido, ed ha sostenuto, tra le altre cose, l'incondizionato appoggio ai governi di Iran e Corea del Nord, vittime delle attenzioni predatorie dello squalo americano. E su questo punto son cominciati i mal di denti di una buona parte di sinistra legata a Cuba per puro folklore, ma distante dal capire il vero snodo dell'attuale fronte antimperialista: il Medio e l'Estremo Oriente.
E' una estrema sinistra fasulla, molto chic e poco radical, incapace di analisi, pronta ad appoggiare indirettamente il colonialismo attraverso le varie rivoluzioni "colorate", attraverso l'appoggio all'UCK ed al Tibet, millantando un richiamo vago all'autodeterminazione dei popoli (sigh!) e fuor di ogni contesto geopolitico.
La linea del fronte alla barbarie comincia in Palestina, dove l'eroica resistenza del popolo e di Hamas alla pulizia etnica isaraeliana è ambiguamente osservata da chi sostiene che Hamas sia un'organizzazione fondamentalista: sosteniamo che non ci interessa rispondere a questo pleonastico quesito, perchè al momento la contraddizione principale è tra Hamas e Israele, e l'opposizione al sionismo è di per sè un'azione rivoluzionaria ed in quanto tale deve essere INCONDIZIONATAMENTE appoggiata da ogni comunista conseguente, cosi come deve essere sostenuto il Movimento di Hezbollah, movimento che ha inflitto la più cocente delle sconfitte al barbaro aggressore sionista.
Umiliato, Israele ha chiamato a raccolta Usa, Europa, Onu, eccetera, pretendendo di ottenere la condanna, per i guerriglieri sciiti, come gruppo terrorista.....pretesa poi ottenuta ovviamente!
Ma è l'Iran il nervo scoperto della sinistra radical chic, è l'Iran che misura l'ipocrisia di chi si dichiara comunista ed appoggia la "rivoluzione verde" della CIA, del Mossad e dei cani da guardia dell'imperialismo.
E' fin troppo evidente che gli yankees si sono infiltrati a Teheran per destabilizzare un paese che desidera solo sviluppare in maniera autonoma la propria tecnologia.
Prima la demonizzazione e la manipolazione mediatica, poi la "sollevazione" popolare colorata di verde (condita ovviamente da un dramma sapientemente toccante e preparato in stile hollywoodiano con tutte le menzogne del caso), a quando l'aggressione vera e propria?
Intanto, dopo che il Congresso americano ha ratificato il rafforzamento delle sanzioni all'Iran, una flotta della marina americana è in viaggio verso il golfo Persico, equipaggiata da quasi 400 "bunkers busters", ovvero ordigni nucleari a penetrazione profonda.....dunque chi minaccia chi??
La posta in gioco è altissima, e non possiamo cadere nelle trappole delle rivoluzioni colorate, come del resto ha sostenuto Castro senza esitazione.
L'Iran e l'Afghanistan sono la linea piu avanzata del fronte, ed al momento l'imperialismo non puo' perdere l'Afghanistan, da utilizzare tra l'altro come testa di ponte anche in un probabile "scambio di vedute" con la Cina.
Vorrei infine soffermarmi sul Nepal: in questo piccolo paese ignorato da molti, una guerriglia guidata dal Partito Comunista Maoista del Compagno Prachanda ha abbattuto una monarchia feudale e secolare, che ricordava il Tibet pre-cinese.
Esistono forti contraddizioni in Nepal, al momento l'assemblea costituente è in fase di stallo, i negoziati tra maoisti e rappresentanti di altre fazioni sono imballati, ma è davvero strano che ci si scordi e si nasconda un avvenimento di una portata storica cosi rilevante.
Forse il Nepal non fa tendenza tra i vari "compagni" radical?

A cura di Erman (membro)

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