dal blog Vita digitale.
L’incredibile numero di messaggi di spam inviati ogni giorno, pari a circa il 90% del totale delle email mondiali, nell’ultimo mese è calato verticalmente da 250 a 200 miliardi. Un taglio di un quinto dietro al quale ci sarebbe nientemeno che lo scambio di visite a scopo commerciale tra Medvedev e Schwarzenegger. Dopo che il presidente russo si era recato nella Silicon Valley a giugno, il governatore della California ha ricambiato la cortesia, a Mosca, lo scorso 10 ottobre (nella foto sotto). Due settimane prima, come gesto di buona volontà e di benvenuto, le autorità moscovite avevano chiuso le attività della società dal nome significativo diSpamIt.com. Ossia la principale centrale russa che promuoveva l’invio di “mail spazzatura” al cui vertice si trova la figura degna di un thriller economico di Igor Gusev (nella foto a sinistra). Il 31enne milionario russo avrebbe creato alla luce del sole una rete perfettamente organizzata di invio di spamming per promuovere farmaci più o meno ufficiali o efficaci in giro per il mondo.
L’obiettivo del massiccio invio di mail è soprattutto il ricco Occidente, Stati Uniti ed Europa, con la conseguenza di far cadere nella rete migliaia di ignari utenti di Internet, e soprattutto di avere pesanti costi per l’economia. “Non solo i server mondiali sono intasati dalla enorme mole di posta a vario titolo illegale”, spiega da Mosca Andrey Nikishin, ingegnere della Kaspersky, società che si occupa di sicurezza online. “Ma ogni singola azienda è costretta a spendere decine di migliaia di euro all’anno per proteggersi dall’invasione di email infettate o comunque fraudolente”.
L’obiettivo del massiccio invio di mail è soprattutto il ricco Occidente, Stati Uniti ed Europa, con la conseguenza di far cadere nella rete migliaia di ignari utenti di Internet, e soprattutto di avere pesanti costi per l’economia. “Non solo i server mondiali sono intasati dalla enorme mole di posta a vario titolo illegale”, spiega da Mosca Andrey Nikishin, ingegnere della Kaspersky, società che si occupa di sicurezza online. “Ma ogni singola azienda è costretta a spendere decine di migliaia di euro all’anno per proteggersi dall’invasione di email infettate o comunque fraudolente”.
Il 27 settembre quindi la polizia russa, secondo una ricostruzione riportata dal New York Times, ha improvvisamente chiuso l’attività di SpamIt con la conseguenza di un taglio immediato di 50 miliardi di spam mail al giorno. La società gestita da Gusev si occupava di pagare un nutrito gruppo di pirati informatici per inviare le email pubblicitarie di prodotti farmaceutici – che rappresentano a livello globale praticamente la metà di tutta la posta spam - senza avere un’appropriata licenza per farlo. Questo giro d’affari illegale avrebbe generato nell’arco di 3 anni e mezzo proventi pari ad almeno 120 milioni di dollari. Le indagini della polizia moscovita sono partite il 21 settembre scorso e hanno portato anche alla perquisizione dell’appartamento cittadino di Igor Gusev. Il quale, secondo il suo avvocato Vadim Kolosov contattato dalla Reuters, “non è legato a queste attività” e al momento si trova fuori dal Paese e dunque non può essere sentito direttamente dagli investigatori.
Come detto quindi la visita di Schwarzy a Mosca, accompagnato da un gruppo di rappresentanti di aziende californiane, di cui molte hi-tech, sarebbe stata la molla perché il governo russo si sia deciso per la prima volta a muoversi contro l’industria locale dello spamming. Che secondo Kaspersky è attualmente la quinta al mondo (prima l’India), con al proprio vertice proprio Igor Gusev. L’idea del presidente Medvedev è quella di dare una ripulita alla propria reputazione online per arrivare a promuovere in Occidente la crescente industria russa legata a Internet. Quella legale. Fino a questo momento invece le attività illecite erano state coperte volontariamente per quello che si suppone essere stato una sorta di scambio di favori ad alti, anche altissimi livelli. A spiegare la questione, e a disegnare la figura di Gusev come grande manovratore non solo di attività economiche illecite, è intervenuto un reportage pubblicato dalla versione russa di Newsweek che ha messo in connessione gli hacker dell’impero del milionario con gli attacchi informatici portati contro la Georgia nel 2008. Le autorità russe dunque avrebbero chiuso tutt’e due gli occhi sulle attività illecite in cambio di esperta manovalanza informatica per azioni di cyberguerra politica.
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