07 ottobre 2010

Negazionisti (ambientali) a marcia indietro.

Di Fulco Pratesi per National Geografic.


Pare che il professor Bjorn Lomborg, definito il “grande dissidente dell’ambiente” e autore di libri come “L’ambientalista scettico” abbia fatto recentemente marcia indietro nella sua azione di negazionista militante nell’ opera di smontaggio delle teorie scientifiche che denunciano un aumento progressivo della temperatura globale provocato dalle attività umane, basate soprattutto su un utilizzo incontenibile di combustibili fossili.
Le  sue posizioni controcorrente hanno per anni fatto la gioia  dei più famosi gruppi  industriali e sviluppisti che vedevano (e vedono) come fumo agli occhi ogni possibile riduzione dei loro consumi e dei loro guadagni.
Quest’astuta opera di diffusione di dubbi e incertezze, che ora pare ridimensionata, ha però provocato molti danni, a livello globale, facendo diminuire e rallentando gli impegni verso politiche energetiche e industriali più accorte e prudenti.
E di quest’ azione  (sua e dei tanti interessati seguaci di casa nostra) nessuno gli chiederà conto, come avviene invece nei confronti di chi contesta e nega la realtà dell’Olocausto.
Una domanda che vorrei fare agli ancora numerosi individui che negano ilglobal warming e la responsabilità dell’uomo in questa preoccupante evoluzione, sbeffeggiando personaggi come il premio Nobel Al Gore  e altri che mettono in guardia contro sviluppi imprevedibili e minacciosi.
Questa la domanda: “Quali sono, secondo voi  gli interessi dei cosiddetti “catastrofisti”? Quelli legati alla produzione di pale eoliche e di pannelli solari? L’aumento delle copie vendute puntando sui timori della gente comune? La ricerca di finanziamenti pubblici per lanciare campagne di risparmi energetici?”
Non credo che, messi tutti assieme, possano paragonarsi agli stratosferici interessi industriali legati ai combustibili fossili, a uno sviluppo consumistico senza limiti, al mantenimento di un processo distruttivo delle risorse non riproducibili del Pianeta.
E credo, nel contempo, che – come è successo per l’industria del tabacco che ha per decenni negato i danni del fumo – ancora molto tempo dovrà passare prima che queste interessate resistenze inizino ad essere ridimensionate per il bene dell’umanità.

3 commenti:

Rigitans ha detto...

Bella la grafica del blog, bene l articolo sull'ambiente, ottimo web reader. sul tuo commento sulla cina comunista ti ho risposto :)

Anonimo ha detto...

grazie grazie.

JL

Anonimo ha detto...

eh mi sono perso il posto.
puoi linkare?
JL