16 aprile 2007

Benvenuti in Italia


"Ma adesso, scusate, i nostri vigili urbani per dare una multa a un cinese
dovranno chiedere autorizzazione a Pechino? Abbiate pazienza, signori
nipotini
di Mao, noi avremmo intenzione di elevare contravvenzione a un
commerciante che
falsifica borsette o a un laboratorio clandestino che
sfrutta bimbi o anche solo
a un ristoratore che ci serve nel piatto
involtini primavera e topini autunnali:
ci date il permesso? O il fatto vi
dà noia? Per carità, non vorremmo disturbare
la vostra quiete, fra fiumi
gialli e boia rossi, ma se a un figlio dello yen,
putacaso, venisse ancora
in mente di rovesciare le auto per le strade, che
facciamo? Lo possiamo
indurre gentilmente a cambiare idea o dobbiamo
rassegnarci, e metterci al
volante comodamente seduti a testa in giù?Lo
chiediamo timidamente, sapete,
ma le reazioni ufficiali dei cinesi ai fatti di
Milano ci hanno un po'
preoccupato. In effetti: prima s'è fatto vivo
direttamente il ministero
degli Esteri della Repubblica Popolare chiedendoci
equilibrio. Poi hanno
mandato avanti l'ambasciatore a Roma che con un'intervista
assai poco
diplomatica ha minacciato: se rompete ancora le scatole in Italia,
noi vi
rompiamo gli scatoloni in Cina. In altre parole, se i vostri vigili non
la
smettono di entrare nei piccoli mercati di via Sarpi, le vostre imprese
possono scordarsi di entrare nel grande mercato dell'Asia. Non so come si
traduca in ideogrammi, ma da noi questo si chiama ricatto. Anzi di più:
ricatto
alla pechinese.Ora: già sentire una richiesta di equilibrio che
arriva dalla
Cina è piuttosto bizzarro. Ve lo ricordate Superciuk, l'eroe
dei fumetti che
aveva l'alito terribile e come simbolo un fiasco di vino?
Ebbene, se Superciuk
ci chiedesse di essere astemi sarebbe più credibile. Ma
insomma: questi hanno il
record mondiale del patibolo (l'84 per cento delle
condanne a morte del pianeta
viene eseguito in Cina), arrestano, menano,
torturano, trattano i diritti umani
come se fossero insalata di bambù, e poi
vengono a chiederci equilibrio?
Equilibrio in che? Nell'affrontare le
proteste in piazza? E certo, loro sì che
sanno come si trattano con
equilibrio le proteste in piazza: una paio di carri
armati e avanti, si
pialla tutto ciò che si para dinanzi, se sono studenti che
importa?
L'equilibrio è salvo: ricordate, no? A Tienanmen i tank furono
equilibratissimi. Ma l'equilibrio non basta: ora l'ambasciatore vuole di
più.
Vuole la resa. Altrimenti ci sarà ritorsione sulle nostre imprese. Ma
l'avete
sentito? Nell'intervista il diplomatico giustifica persino gli
ambulatori
clandestini di Chinatown: dice che «vanno capiti» e che spera che
la «sanità
italiana faccia di più per aiutarli». E sicuro: adesso dobbiamo
metterci a
sovvenzionare i sottoscala dove si praticano aborti abusivi, quei
retrobottega-ospedali infestati da insetti e medici fanfaroni. Altrimenti
niente
Panda sulla lunga Muraglia. Ma vi pare? A me solo l'idea fa venire
mal di
pancia. Adesso mando un fax a Pechino e chiedo se posso prendere una
pastiglia "

Mario Giornano, Il Giornale

Il Mio Commento.

"Abbiate pazienza, signori nipotini di Mao" questi toni sprezzanti possono andare bene a uno come te Ak, però un giornalista(sic) noto dovrebbe risparmiarseli. e magari potrebbe evitare scrivere fregnacce come "figlio dello yen" . lo yen è la moneta del Giappone, forse il nostro colto giornalista si riferiva allo "yuan". e non è la sola fesseria che scrive, dimostrando di non sapere assolutamente nulla sulla Cina e sull' asia in generale. Il paese che compie più esecuzioni capitale per numero di abitanti è Singapore, tigre amica degli stati uniti, ma questo ovviamente non inquieta per nulla il bravo Giordano. Come non inquieta per nulla il nostro passato fascista ben più sanguinoso di qualsiasi piazza Tiananmen, visto che appoggia politicamente gli eredi del regime. Al popolo cinese un abbraccio e un caloroso benvenuto in Italia, nella speranza che la loro presenza possa contribuire a civilizzare l'incivile Milano.

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