19 agosto 2010

Sbarchi record in Puglia e Calabria. Dov'è Maroni con i suoi dati farlocchi?




Salento, nuovo sbarco di clandestini
In un anno triplicati gli arrivi


di Massimo MELILLO
LECCE (18 agosto) - Arrivano a decine, fuggono dalla povertà e dalla fame, dalle guerre e dalle ingiustizie, attraversano confini sconosciuti in un esodo inarrestabile con alle spalle migliaia di chilometri tra stenti e privazioni, in cerca di migliori condizioni di vita. L'ultimo arrivo a Porto Badisco, è solo un ennesimo esempio.
Percorrono deserti, affrontano le insidie del mare aperto e la legge di criminali senza scrupoli perché la loro condizione è quella di clandestini e, dunque, di “uomini senza”. Partono dall’Oriente martoriato e dall’Africa depredata, dove da anni le promesse dell’Occidente lasciano spazio all’angoscia dell’esistenza, e sbarcano disperati sulle coste salentine dopo un lungo viaggio e rotte ignote a bordo di improbabili imbarcazioni, pagando cifre stellari il prezzo di una sognata libertà dai più semplici bisogni di sopravvivenza. Sono uomini, donne e bambini senza diritti, senza dignità, senza riconoscimenti che sperano di raggiungere appena messo piede in questa terra.
Ben altro qui li attende e non certo quello che immaginavano di trovare: una realtà drammatica e dolorosa di respingimenti, decreti di espulsioni, “muri” chiamati ora centri di identificazioni e prima centri di permanenza temporanea. Nonostante ciò il fenomeno non subisce arresti, rallentamenti sì: si può contenere ma non fermare perché ci sarà sempre qualcuno che busserà alla porta di chi più ha per chiedere di non essere lasciato indietro. Dalla legge Turco-Napolitano a quella Bossi-Fini, dagli accordi con i governi dell’Albania e della Libia tutto il complesso giuridico messo in piedi si è rivelato, comunque, inadeguato alla domanda di dignità che proviene da quei mondi così lontani e mai tanto vicini se proprio ieri altri 19 extracomunitari sono arrivati sulle coste di Porto Badisco, subito bloccati e accompagnati al centro “Don Tonino Bello” di Otranto mentre un greco ed un iracheno, accusati di averli traghettati in Italia a bordo di una barca a vela, sono finiti in carcere.
Di sbarchi in questi giorni ce ne sono stati altri ed hanno portato con sé strascichi di polemiche relative ai dati ufficiali forniti dal ministero dell’Interno, che parlano complessivamente di netta diminuzione degli arrivi di clandestini pari al 90% rispetto a dieci anni fa ma in crescita considerando quelli dello scorso anno, subito messi in discussione dalla Caritas, che sostiene di essere in presenza di «un flusso costante ed una pressione migratoria rimasta sostanzialmente immutata se non aumentata». Rispetto al 2009 gli sbarchi sono quasi triplicati: erano 315 ora sono 841. Una settimana fa a Gallipoli sono stati fermati 45 afghani, stipati sotto coperta di una barca a vela di 15 metri condotta da due turchi, arrestati dalla Finanza e reclusi nel carcere leccese di borgo San Nicola. Sempre nel Leccese, ma sulla costa adriatica tra Torre Sant’Emiliano e Porto Badisco, altri 66 extracomunitari, tra cui 11 bambini, sono stati individuati l’8 agosto scorso e trasferiti nel centro di prima accoglienza di Otranto a riprova di un copione, che ad oggi ferma il fotogramma 2010 a 28 sbarchi e 841 persone, di cui 293 minori, giunti clandestinamente nel Salento, dove l’Occidente dovrebbe incontrare l’Oriente.


Calabria: clandestini sbarcati da uno yacht di lusso
Dal sito Italiavela
Roberto Imbastaro
C’è da chiedersi quanti clandestini siano sbarcati questa estate da barche a vela o da yacht di lusso mentre ci propinavano i numeri di una netta diminuzione degli sbarchi in seguito all’azione di respingimento e agli accordi con la Libia. Oggi la novità di uno sbarco in Calabria da un maxi yacht di lusso, probabilmente effettuato dalla mafia russa visto che è proprio su un giovane russo che si accentrano i sospetti di essere lo scafista (o un fiancheggiatore) di quest’ultimo sbarco avvenuto a Riace. L’uomo è stato fermato mentre camminava sulla statale 106 (la Ionica) in compagnia di una ragazza. Nel suo zaino un binocolo e una decina di telefoni cellulari. Non sarebbe nemmeno la prima volta che gli scafisti che conducono i clandestini sulle coste calabresi sono di Paesi dell' Est europeo. Già nel novembre dello scorso anno, tre ucraini furono arrestati per uno sbarco avvenuto nella stessa zona di quello della notte scorsa. Lo sbarco è avvenuto nella notte, con lo yacht che si è ancorato a una cinquantina di metri dalla riva. Un uomo ha raggiunto la riva a nuoto e ha assicurato una cima per consentire il trasbordo delle persone tramite un gommone senza motore. I clandestini fermati oggi sono 122, 51 uomini, 36 donne e 35 bambini. Tutti curdi provenienti da vari paesi. Gli stessi immigrati, quasi tutti in buone condizioni, hanno dichiarato di aver viagiato dalla Turchia a bordo di una barca lussuosa. A dare l' allarme sono stati alcuni automobilisti che hanno notato questa fila indiana di gente camminare sulla statale 106. Gli immigrati sono stati portati in una struttura messa a disposizione dal Comune di Camini dove sono stati rifocillati dai volontari della protezione civile. Solo cinque di loro, tra cui una donna in cinta e due bambini, sono stati trasportati all’ospedale di Locri perché disidratati.

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